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agosto 27 2013
Corso Verdi ritorna a risplendere 27 8 2013 goriziatv news
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Leggo con rammarico la lettera di Larry Southgate sulle Segnalazioni del 27 agosto, con cui da una versione della strage di Vergarolla per decenni sostenuta dalla propaganda del maresciallo Tito: non sono stati i titini anche perché a loro non giovava, le mine erano lontano dalla spiaggia, nessuno poteva sapere che quel giorno ci sarebbero state persone sulla spiaggia. Non voglio sapere la ragione per cui vengono scritte ancora queste cose, ampiamente smentite dagli storici, ma pretendo almeno rispetto per i morti di quella che fu una vera e propria strage.
Per agevolare la comprensione al lettore sintetizzo gli accadimenti.
Il 18 agosto 1946 l’esplosione di 28 mine accatastate presso la spiaggia di Vergarolla, affollata di bagnanti e persone che assistevano alle programmate gare natatorie della Coppa Scarioni organizzate dalla società Pietas Julia, provocò la morte di un centinaio di persone (64 furono le vittime identificate, tra cui 15 sotto i 12 anni) e il ferimento di decine di altre. Alle mine artificieri italiani avevano da tempo tolto il detonatore, che successivamente qualcuno aveva rimesso: dunque non poteva che trattarsi di un attentato. Recenti ricerche presso il Public Record Office di Londra confermano tale ipotesi: gli autori sarebbero stati italofoni legati all’Ozna (ciò venne confermato dopo l’apertura degli archivi inglesi del 2008, ma sul settimanale “Globus” di Zagabria del 7.11.2003 erano apparse articolate conferme). Il governo italiano indennizzò le famiglie delle vittime e dei feriti. Una commissione di indagine britannica escluse lo scoppio fortuito, ma non individuò i colpevoli per evitare attriti con la Jugoslavia. Questa strage rafforzò la convinzione che l’esodo fosse ormai inevitabile quale garanzia di sopravvivenza, oltre che di libertà e di mantenimento della cittadinanza italiana.
E infatti nel gennaio del ’47 ebbe inizio il trasferimento in massa della cittadinanza grazie alle motonavi messe a disposizione dal governo italiano. Alla fine circa 29.000 polesani optarono per l’esilio, mentre soltanto 3.000 persone decisero di restare sotto la nuova amministrazione jugoslava.
Si concludeva così l’ ”operazione” comandata da Tito a Gilas e lasciata scritta da quest’ultimo: “Fummo mandati Kardelj ed io in Istria. Bisognava mandare via gli Italiani con ogni mezzo. E così fu fatto!”. Fu fatto anche con la strage di Vergarolla organizzata dall’OZNA a Pola.
Non si superano i drammi della storia dimenticandoli, ma anzi promuovendone la conoscenza. Voglio sperare che la lettera del signor Southgate sia frutto solo di non conoscenza (la maggior parte degli italiani non conosce i drammi dell’esodo e delle foibe) e non si innesti invece nel filone di coloro che per decenni anno cercato prima di negare i fatti ed ora che ciò è impossibile, di minimizzarli o giustificarli.
Il Vice Presidente Nazionale
(comm. dott. Rodolfo Ziberna)
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L’argomento trattato riguarda la strage dimenticata di Vergarolla ‘ Pola ”
GRUPPO CONSILIARE REGIONALE
IL POPOLO DELLA LIBERTA’
REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA
Il Vice Presidente
Comunicato stampa del Consigliere Regionale Pdl Rodolfo Ziberna
Necessario suddividere in Europa i costi dell’immigrazione clandestina in Italia
ed indennizzare il Comune di Gradisca d’Isonzo
I fatti ancora in corso in diversi CIER in Italia, tra i quali anche quello di Gradisca d’Isonzo, hanno indotto il voce presidente del Gruppo consiliare regionale del Popolo della Libertà Rodolfo Ziberna a presentare una interpellanza alla Presidente della Regione Serracchiani ed all’Assessore competente al fine di sapere “se ritengano che sia assolutamente necessario ed improcrastinabile chiedere al Presidente del Consiglio Letta che pretenda dall’Unione Europea che tutti i costi legati all’immigrazione clandestina siano suddivisi tra i partners comunitari, anche a costo di ridurre per la quota equivalente il contributo italiano all’Unione, che è bene rammentare è maggiore di quanto all’Italia poi rientri in termini di contributi!”
Inoltre Ziberna ha chiesto che “la comunità di Gradisca d’Isonzo, per il tramite del Comune, vada risarcita dei danni patiti e dello stato di legittima apprensione cui è da anni sottoposta, sia con immediate risorse regionali che con stanziamenti nazionali, destinati naturalmente anche alle altre località che ospitano centri analoghi.”
Quindi il vice presidente Ziberna ha fornito alcuni elementi di chiarificazione ed alcun dati sull’argomento, supportandoli con dati.
“In riferimento al CIE (Centro identificazione ed espulsione) di Gradisca d’Isonzo – ha precisato Ziberna – non a tutti è noto che nel complesso edilizio convivono tre strutture: il CIE, il CARA ed il CPA, come meglio di seguito illustrate:
· Il CIE è destinato all’esecuzione dell’espulsione degli immigrati (che a sua volta è diviso in tre settori, di cui uno da 44 posti, un altro da 68 ed un ultimo da 136). E’ una struttura destinata al trattenimento coattivo (la quasi totalità sono immigrati che hanno scontato condanne per rapina, stupro e spaccio di stupefacenti). E’ nel CIE che si verificano i problemi. Gli immigrati ad oggi trattenuti sono 64. Il CIE per capienza è secondo solo a quello di Roma e certamente in condizioni largamente migliori degli altri CIE e delle strutture carcerarie italiane, ma anche migliori di quelle che trovavano migliaia di giovani militari che svolgevano la leva militare nella caserma “Ugo Polonio”, oggi sede del CIE.
· Il C.A.R.A. (Centro di Accoglienza per Richiedenti Asilo) nel quale sono ospitati gli immigrati che hanno in corso la richiesta di asilo, oggetto di valutazione da parte di una commissione prefettizia. Gli ospiti vivono (alcuni anche da due anni) un regime sostanzialmente alberghiero: possono uscire dalle 08.00 alle 20.00, chiedere permessi e fruire di ferie potendo recarsi anche al mare, in montagna o altre località.
· Il C.P.A. (Centro di Prima Accoglienza) istituito dal Ministro Alfano con decreto del 7 agosto scorso, nel quale arrivano gli immigrati sbarcati al sud che devono ancora fare istanza di asilo politico ed essere foto segnalati. “
“Nel complesso – ha precisato Ziberna – coloro i quali sono stati allontanati dal territorio nazionale tramite respingimenti alle frontiere e provvedimenti di espulsione rappresentano circa il 40 % del totale dei migranti rintracciati in posizione irregolare, mentre su 169.126 persone internate nei CIE tra il 1998 e il 2012 oltre il 46% è stato rimpatriato.”
“Ritenendo certamente necessario – ha aggiunto Ziberna – riformare la disciplina sull’ingresso, il soggiorno e le espulsioni dei migranti soprattutto in relazione ai costi, elevatissimi, che l’attuale sistema di governo delle politiche migratorie comporta va però rilevato che secondo il dossier “Costi disumani” presentato il 30 maggio scorso dall’associazione Lunariae realizzato con il sostegno di Open Society Foundations, ammontano ad almeno 1 miliardo e 668 milioni di euro le risorse spese tra il 2005 e il 2012 per il programma di contrasto dell’immigrazione “irregolare” in Italia.”
“Tra dette spese – ha precisato Ziberna – non si tiene conto di molteplici oneri legati all’immigrazione, tra i quali quelli per il mantenimento di oltre 20.000 detenuti extracomunitari (ciascuno costa mediamente 120 euro al giorno, ovvero oltre 40 mila euro all’anno, per una spesa complessiva sull’ordine del miliardo di euro all’anno!) e che tra gli oneri legati all’immigrazioni vi sono quelli destinati per il controllo delle frontiere esterne, per l’acquisto di nuove tecnologie, sistemi di identificazione e comunicazione, naturalmente mente quelle per l’allestimento, il funzionamento, la gestione e la manutenzione dei CIE (mediamente ogni ospite costa dai 40 ai 60 euro al giorno), che vanno a sommarsi a quelle per la sorveglianza dei Cie e l’esecuzione dei rimpatri dei migranti in essi detenuti (migliaia di euro a persona che rientra in patria accompagnata dalle forze dell’ordine in aereo!) ed alla media di 30.000 euro all’anno che ci costa ogni persona in attesa di asilo politico (per i 55.000 rifugiati del 2010, la spesa è stata di un miliardo e 600 milioni di euro).”
“A dette risorse – ha aggiunto Ziberna – si aggiungono quelle stanziate per promuovere interventi di accoglienza e di inclusione sociale dei cittadini stranieri provenienti da Paesi terzi, ma anche quelle legate ai servizi pubblici assicurati dalla sanità ai trasporti (ad esempio nella sanità ammontano a quasi 58 milioni di euro i costi sostenuti per le prestazioni di specialistica ambulatoriale usufruite gratuitamente da persone extra comunitarie negli anni 2010 e 2011 e nei primi nove mesi del 2012 nella sola Emilia Romagna).”
“Tra i costi – ha evidenziato Ziberna -vi sono infine anche quelli patiti dalle comunità locali che ospitano questi centri, ovvero nella nostra regione il Comune di Gradisca d’Isonzo – inteso sia come istituzione municipale che come comunità di abitanti – che con grande dignità e partecipazione hanno sempre lealmente collaborato con le istituzioni nazionali e locali.”
“Considerando che anche in un condominio – ha rilevato Ziberna – vi sono delle spese che per la loro natura vanno suddivise tra tutti i condomini (ad esempio la manutenzioni delle parti comuni)e non già solo in carico ad alcuni e che il buonsenso prima ancora che il diritto fa ritenere che le spese per far fronte all’immigrazione clandestina sono senza dubbio spese di cui tutta l’Unione Europea deve farsi carico (chi arriva a Lampedusa, infatti, non lo fa per raggiungere l’Italia ma per fuggire dalla sua nazione).”
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