25 novembre 2011
La visita del sindaco Silvia Altran a Bratislava
Dopo la visita del sindaco Silvia Altran a Bratislava, sarà la volta di Monfalcone a ospitare, il prossimo aprile, un convegno sul coinvolgimento della città nelle rotte di traffico che da Vienna collegano Ungheria, Burgenland e Zagabria. Il tutto, nell’ambito del progetto europeo Seta (“South East Transport Axis”, di cui è Lead Partner il Governo della Regione del Burgenland (Austria).
Scopo del progetto è proprio quello di creare incentivi ai collegamenti dell’Unione Europa Centrale con i porti del nord Adriatico lungo i Balcani occidentali. Partner del progetto sono il Comune di Vienna, Provincial Government of Lower Austria, il Ministero dei Trasporti dell’Austria, Croatian Scientific Society for Transport, il Comune di Rijeka, GysevZrt./RaaberbahnAG (Ungheria), il Ministero dei trasporti e delle telecomunicazioni della Slovacchia, e il Porto di Capodistria.
Il convegno sarà la prosecuzione della partecipazione del sindaco Altran, su invito del Ministro dei Trasporti della Repubblica di Slovacchia, all’incontro svoltosi a Bratislava che ha permesso di illustrare le specificità del sistema portuale monfalconese,
«Un’occasione molto importante per il Comune di Monfalcone – ha commentato il sindaco Altran a proposito del convegno slovacco dove ha presentato, in particolare, l’attività e le potenzialità di sviluppo dello scalo – perchè dà occasione a Monfalcone di prendere contatti con realtà commerciali dai cui traffici rischierebbe altrimenti di restare escluso».
Due in particolare gli elementi sui quali il sindaco ha dichiarato di volersi attivare. Il primo riguarda la mancata partecipazione dell’Italia alla Strategia del Danubio, a cui si è preferito l’asse Adriatico-Ionico, ancora tutta da programmare. «Di questo – ha spiegato il sindaco – ho già parlato anche con l’europarlamentare Serracchiani, che aveva evidenziato al precedente Governo l’assurdità di escludere il Friuli Venezia Giulia dalla macroregione danubiana, cioè da un’area sulla quale puntiamo molto».
Il secondo aspetto è quello della mancata partecipazione dell’Italia (ormai da 7 anni) all’organismo delle Nazioni Unite che si occupa proprio di traffici europei, cosa che di fatto la esclude dalla programmazione dei relativi interventi.